L’unico centro arbëreshë del Tirreno cosentino è uno scrigno che custodisce la storia di un popolo e i suoi riti.
Un gigantesco masso monolitico, di almeno 50 metri, rapisce lo sguardo: è il Castelluccio, in località Kurtina, la cui roccia tiene assieme il dedalo di case del borgo. Una rampa di gradinate conduce a questo enorme sperone, che s’allunga verso l’alto grazie a una croce, lì posizionata per proteggere il paese. Sotto c’è la Chiesa del Castelluccio o dell’Assunta, edificata nel 1500 proprio sulla roccia, con un portico in tufo.
Continuando, ci s’imbatte in un’edicola votiva con la scultura della Madonna Assunta: è in pietra lavica nera, ma il viso e le mani sono bianche. Tra gli edifici di culto, da vedere la Chiesa patronale della Madonna del Buonconsiglio, del 1750, in stile rinascimentale; al suo interno si trova una tela del 1700; la Chiesa di San Michele Arcangelo, del 1611, a tre navate, con portale in pietra, che custodisce un dipinto a olio di Pascaletti, realizzato nel 1749.
Nella frazione di Torremezzo, degna di nota è la Chiesa del SS. Salvatore, con iconostasi in ferro battuto e catino absidale con pitture bizantine di Josif Droboniku di Fier.
Visita guidata/tour
Posta ai piedi di un costone roccioso, è l’unica comunità arbëreshë situata sul Mar Tirreno. Dalla Chiesa della Madonna del Buonconsiglio il percorso si snoda nel centro storico. Quella che si propone è la prima visita che vede coinvolti gli ospito con attività interattive. Attraveso scene fotografiche e giochi ad hoc si va alla scoperta del territorio e le leggende di questo piccolo borgo. Tappa finale è l’ascesa al monolite del Catelluccio e al suo suggestivo scenario.
Tradizioni
Nelle comunità italo-albanesi, i riti pasquali sono caratterizzati da grande solennità; all’alba della domenica di Pasqua si svolgr la funzione della Resurrezione; la chiesa è chiusa e il Papas forza la porta ad indicare la discesa di Cristo agli inferi e la vittoria della luce e della vita.